bar

Intervista a Giuseppe Borin

Intervista a Giuseppe Borin – Internet Caffè – Santa Bona – Treviso

Giuseppe Borin titolare, assieme alla moglie Antonella Cestaro, dello storico Bar – con cucina casareccia –  ” Internet Caffè “.  Ormai diventato una istituzione, il locale del Sig. Borin si trova nel quartiere di Santa Bona, nella prima periferia del Comune di Treviso.

Signor Borin grazie per averci accolto nel suo locale e per la sua disponibilità. Vogliamo iniziare con la domanda che più raccoglie il senso del nostro viaggio alla ricerca dei protagonisti della vita professionale del nostro territorio.  Semplice e diretta. 

Chi è Giuseppe Borin?

“Chi è Giuseppe Borin? Bella domanda! Be! Oggi Giuseppe Borin è un uomo sposato con Antonella e padre di Davide. Ieri Giuseppe Borin era un ragazzo che dopo il suo percorso di studio secondario decide di non proseguire, per dedicarsi anima e corpo all’attività di famiglia. E’ stata una scelta ponderata e mi ritengo un uomo fortunato perché ho potuto scegliere. Oggi molti ragazzi non hanno questa possibilità. In quegl’anni ha prevalso la foga, l’ardore che muove i giovani alla ricerca di slanci verso il proprio futuro.”

Da quanti anni gestisce la sua attività?

“Ho iniziato la gestione del locale il primo Gennaio del 1978.  Siamo nel 2021, quindi se la matematica non mi inganna sono circa la bellezza di 43 anni.”

La sua è una attività di famiglia iniziata da suo Padre e poi passata a Lei. Ricorda quel periodo?

“Mio Padre Primo Borin aprì il bar nel 1957. Ricordo molto bene quel periodo della mia vita. Dopo la scuola veniva il lavoro. Erano anni difficili con, evidentemente, altre circostanze rispetto ai giorni nostri. Ma l’aiuto nella gestione da parte di tutta la famiglia era fondamentale. Avevamo il gioco delle bocce e della Borella: quel gioco tradizionale praticato dai contadini Veneti e diffuso nella Marca Trevigiana, prima, e poi in altre province come Venezia e Padova. Un antico gioco risalente, secondo alcune testimonianze, addirittura al 1500. Era molto semplice: si usavano delle bocce di legno di acero campestre, chiamate “opio”, le quali venivano lanciate dai giocatori con l’intento di colpire al volo i tre birilli, detti “soni”, di altezza di circa 70cm posti in fila indiana alla fine della pista di lancio. Erano giochi che coinvolgevano tantissime persone del quartiere e il nostro aiuto era più che apprezzato da Mamma e Papà. Ricordo le corse per “portar ombre, pan e soppressa” e quella gioia, quel sentirsi utili, che solo da ragazzi si apprezza veramente.”

Come è stato per Lei crescere in questo ambiente?

“La nostra attività non si è mai spostata dal quartiere. Quindi crescere in questo ambiente a quel tempo, essere figlio dell’Oste, significava un po’ essere il figlio di tutti. Ricordo molto bene i volti delle tante persone che hanno frequentato il nostro locale. Da ragazzo sembravano tutti così imponenti, maturi, uomini di uno stampo oggi ormai scomparso. Molti di loro se ne sono andati; portandosi dietro un pezzettino della nostra storia.”

Sono passati tanti anni da allora e il suo locale è ancora qua nello stesso punto, nel medesimo quartiere dove aprì suo Padre. Come si riesce ad adeguarsi ai cambiamenti generazionali e alle nuove sfide, restando sempre competitivi nel mercato?

“Nel 1984 abbiamo ristrutturato completamente il locale, puntando su un nuovo design. Lasciato lo stile “Bar-osteria” abbiamo puntato su di un arredo più ricercato che soddisfacesse le esigenze dei tempi e dei clienti. E’ stato un percorso condiviso, difficile ma apprezzato. Certo non posso negare che i cambiamenti, spesso, non sono accettati da tutti. Ma se si vuole restare aggiornati e competitivi nel mercato non si deve mai smettere di rinnovarsi, seguire le tendenze del presente e fornire un servizio di alta qualità. A quel tempo avevamo inserito anche la gelateria artigianale. Avevo imparato a fare gelato dal Maestro Guido Franchin della gelateria Tropicana molto conosciuto in città. Una persona straordinaria dalla quale ho appreso moltissimo e che mi ha regalato segreti che ancora costudisco gelosamente. Con il passare degl’anni abbiamo abbandonato la produzione del gelato concentrandoci su altre offerte. Cicchetti (che già ai tempi di mio Padre erano una realtà consolidata nel Trevigiano), “masanete”, “peoci”, “sardee in saor”, “capelonghe”, “vongoe”, “trippe”, “musetto col cren”, ecc. erano e sono tutt’ora una parte fondamentale del nostro menù.”

Lei gestisce la sua attività assieme a sua moglie Antonella. Quanto importante è la famiglia in questa professione?

“Per noi che siamo un locale a conduzione famigliare, indubbiamente l’apporto e l’aiuto reciproco sono fondamentali. Mia moglie Antonella è da sempre la spalla dove trovo appoggio sicuro. La colonna portante della nostra attività. Gestire un’impresa come la nostra che dura da molti anni, comporta l’affrontare sfide quotidiane, sacrifici, privazioni e fatiche. Nulla sarebbe stato possibile senza il supporto di mia moglie Antonella. Per un periodo ho avuto al mio fianco Davide: mio figlio. Poi Davide ha scelto di intraprendere la sua strada verso nuovi progetti e nuovi confini. Oggi è uno Chef affermato che lavora in una grande metropoli del sudest asiatico.”

Si sente fiero di lui?

“Certamente sono molto fiero di lui. Davide ha iniziato qui in Italia la sua carriera lavorativa. Dopo gli studi sono iniziate alcune importanti collaborazioni locali. Solo per citarne una il ristorante “Le Querce” di Merlengo di Treviso. Esperienza che a Davide ha insegnato molto e che lui porta nel cuore. Dopo qualche anno Davide ha deciso di inseguire i suoi sogni ed è partito per Dubai dove ha prestato servizio nei migliori ristoranti della città. Oggi vive e lavora stabilmente ad Hong Kong dove collabora nella gestione e nell’offerta di una importante catena di ristorazione mondiale.”

Le manca suo figlio?

“Sia io che mia moglie Antonella non ci siamo mai opposti alle scelte di nostro figlio. Anzi direi che siamo stati noi per primi a spronarlo perché seguisse i suoi sogni e le sue idee. Certo che ci manca Davide, ci manca moltissimo. Ma allo stesso tempo siamo molto felici per lui. Davide ha trovato la sua stabilità e con essa anche l’amore. E’ sposato con Giada ed entrambi lavorano nella stessa città”.

Ritorniamo a Lei Sig. Borin. Ci sono stati momenti duri nella sua carriera?

“Fortunatamente non ho avuto momenti particolarmente difficili da affrontare. Qualche sfida è stata dura: come ad esempio adeguarsi ai cambi generazionali, dove inevitabilmente qualcuno si allontana e preferisce altre strade. Sono vicende comuni per chi gestisce il nostro tipo di attività. Forse meno sentite in locali centrali o in zone di passaggio. Più avvertite, invece, in zone periferiche come la nostra dove il cliente abituale diventa parte integrante della tua vita lavorativa e a volte anche affettiva.”

Ha mai pensato di mollare?

“Sinceramente no. Anche se con l’età che avanza qualche pensierino non posso negarlo.”

Ci descrive una sua giornata tipo?

 “La mia giornata inizia al mattino. Antonella gestisce il bar e io inizio la mia corsa contro il tempo. Spese, forniture, ricerca dei prodotti freschi, pagamenti, ecc. tutti impegni che si hanno nella nostra professione. Confesso che mi piace passare qualche momento in centro a Treviso, precisamente nell’Isola della Pescheria. Un luogo meraviglioso della nostra città dove tutte le mattine puoi trovare il miglior pesce fresco assaporando la bellezza e genuinità delle chiacchere di città.”

Tutti la conoscono come “Bepi”. Che cucina propone lo chef Bepi?

“Proponiamo una cucina casereccia ed espressa (fatta tutta al momento), semplice ma curata in ogni suo piccolo dettaglio. Oltre le cicchetterie di cui Le parlavo prima, proponiamo anche una cucina a base di pesce; paste con diversi condimenti ed inoltre stiamo riscontrando un discreto successo offrendo ai nostri clienti lo spiedo in spada.”

Si stente di dare qualche consiglio ai giovani che vogliono intraprendere questa attività?

“Coraggio!! Coraggio!! Coraggio!!  Scherzi a parte quello che mi sento di dire è che se avete dentro lo spirito giusto non lasciatevi intimidire dalle difficoltà tutto si può superare. Studio, applicazione e umiltà sono caratteristiche fondamentali per affrontare questo mestiere, che se fatto con passione e amore, può regalare straordinarie soddisfazioni.”

Leggi la presentazione dell’Internet Caffè

Intervista a Giuseppe Borin Read More »

Internet Caffè da Bepi

Internet Caffè da Bepi


Chi Siamo


Bar-ristorante a conduzione familiare fin dal 1957. Dal 1978 gestito da Giuseppe “Bepi” Borin e dalla moglie Antonella Cestaro.

Bar con cucina “casereccia” e espressa rappresenta un punto di riferimento da molti anni nel quartiere di Santa Bona in prima periferia del comune di Treviso.

Oltre al classico menu’ del tipico bar-osteria, l’internet caffe’ offre una cucina ricercata tipica del Veneto e del Trevigiano. Una particolare attenzione viene riservata ai prodotti ittici sempre freschi e di grande qualita’, all’ormai famoso “Spiedo di Bepi” ed infine al gustoso misto di carne bollita di Antonella.

Tel.: +39 0422 435947

Leggi L’intervista a Giuseppe Borin!

Alcune delle specialità dell’Internet Caffè

WhatsApp Image 2021-06-25 at 03.37.07
WhatsApp Image 2021-06-25 at 03.37.07 (1)
WhatsApp Image 2021-06-25 at 03.37.07 (2)
WhatsApp Image 2021-06-25 at 03.37.07 (3)
previous arrow
next arrow
 

Internet Caffè da Bepi Read More »